Figli di un Dio minore

di Paolo Tagliaferri – 06/03/2022

Per ogni Giovanna d'Arco c'è un Hitler appollaiato dall'altra estremità dell'altalena. La vecchia storia del bene e del male, diceva lo scrittore Charles Bukowski fra una sbornia e l’altra. L'indignazione e la condanna generale per quanto sta accadendo in queste ore in Ucraina è encomiabile. Forse non fermerà le bombe ma contribuirà ad isolare il tiranno di turno. Niente può giustificare l’atto unilaterale di guerra sferrato da Putin e le atrocità e le violenze che purtroppo si stanno compiendo in questi giorni e che verranno perpetuate nelle prossime settimane o mesi. La guerra è il male assoluto, sempre e comunque. E questo non vale solo per l'aggressione in atto dell'oligarca russo, ma dovrebbe valere sempre, in ogni luogo, per ogni motivo, per ogni popolo. Le guerre “giuste”, soprattutto nell’era moderna, esistono solo nella mente distorta ed ipocrita di chi si crede al di sopra delle regole, di chi crea ad arte il consenso nel proprio popolo e nella comunità internazionale per giustificare interessi spesso davvero poco nobili. Vi sono nella storia guerre certamente inevitabili, condizioni estreme che non consentono via d'uscita, ma sono condizioni rare. Molti commentatori, in queste ore, stanno paragonando Putin ad Adolf Hitler. Accostamento probabilmente improprio considerata l’unicità del fenomeno nazista che, è bene rammentarlo, costò la vita a decine di milioni di persone e perpetuò in maniera lucida e pianificata il tentativo di sterminio addirittura di un intero popolo. Hitler a cui del resto fu permesso sin dal 1933, con il beneplacito e l’immobilismo delle democrazie occidentali, il completo e massiccio riarmo della Germania facendosi beffa degli accordi di Versailles. L’annessione nel marzo 1938 dell’Austria e successivamente la conquista nel settembre dello stesso anno della Cecoslovacchia, furono accompagnate da proteste assolutamente tardive ed inefficaci delle potenze europee, preludio inevitabile dello scoppio della seconda guerra mondiale. La storia ci insegna che molte guerre potevano essere evitate. Ma è troppo forte, nell'animo umano, la spinta ad un egoismo senza limiti, il desiderio di prevalere con ogni mezzo sul prossimo o semplicemente la volontà innata di menare le mani ogni qual volta se ne presenti l’opportunità. Desiderio di supremazia, di conquista e di sottomissione del prossimo. Così è la guerra, specchio dei nostri più profondi istinti primordiali, che non hanno certamente bisogno di una guerra per manifestarsi quotidianamente. L’amministrazione americana è indignata, e tenta giustamente di guidare la sollevazione generale mondiale contro il tiranno criminale Putin. Una America improvvisamente pacifista, inorridita dalla guerra, scioccata nel constatare quali sono le conseguenze delle bombe e dei missili sganciati o indirizzati contro centri abitati. I bambini muoiono, la gente fugge terrorizzata. In Ucraina, come è stato in passato in Afganistan, in Iraq, in Libia e in decine di altri paesi nel corso degli ultimi 40 anni e come è tutt’ora in Siria, Yemen, Somalia e in chissà quanti altri luoghi. Se ne sono accorti anche loro.

Un susseguirsi, anche in Europa ed in Italia, di proclami eccitati di guerra, di promesse di vendette, dove la diplomazia è praticamente assente o stenta a trovare la propria giusta risposta, lasciando inevitabilmente lo spazio all’invio incontrollato e caotico di armi convenzionali all’Ucraina, fin tanto che qualche pazzo non deciderà, magari dalla Polonia, di puntare missili con testate nucleari in direzione della Russia, nel tentativo di riportare alla ragione Putin che nel frattempo, per non essere secondo a nessuno, ha già circa 1.500 testate nucleari pronte per il lancio. E probabilmente avrebbe anche voglia di sperimentarle. Brutta situazione per la nostra Europa. Una eccitazione incontrollata ed irrazionale che ha invaso i mass-media, un desiderio di inseguire e prendere a calci qualsiasi russo, vivente o defunto, quando dovrebbe invece prevalere un senso di equilibrio e di prudenza, evitando qualsiasi smania di protagonismo. Encomiabile quanto si sta facendo per soccorrere ed ospitare i rifugiati e i profughi. Necessarie qualsiasi pressione e sanzione economica contro la Russia. Ma la pace non si ottiene solo con le minacce e con le marce.

E purtroppo non tutte le guerre sembrano uguali o creano indignazione. Su “L'Avvenire” di pochi giorni fa, veniva giustamente segnalato che la guerra in Ucraina ha distolto l’attenzione dagli altri conflitti che purtroppo non si sono fermati e non sono certamente meno gravi. Sono trecentotrentatre le persone uccise solo a febbraio nella guerra in corso in Siria da circa 11 anni in cui si contano 161 vittime civili, di cui 34 tra bambini e adolescenti e 11 donne. Una guerra in cui, ci ricorda il rapporto di fine febbraio di “Save the children", quasi 12.000 bambini e bambine sono stati uccisi o feriti e attualmente il 90% dei minori in Siria necessita di assistenza umanitaria. Oltre 1.300 strutture sanitarie ed educative, incluse le scuole, sono state direttamente oggetto di attacchi. L'agenzia di stampa “SIR” ci ricorda invece che non si placa la guerra nello Yemen, in cui aumentando negli ultimi mesi le vittime civili in un conflitto che dura da 7 anni. I contendenti di entrambe le parti non sembrano risparmiare bambini, scuole, ospedali. Un Paese al collasso, dove è in corso la più grave crisi umanitaria al mondo, con 20 milioni di persone che hanno bisogno di aiuti e 4 milioni di sfollati. A marzo si rischia che 8 milioni di persone rimangano senza cibo.

Che la guerra non ci renda dunque ciechi e privi di razionalità, di umanità e di rispetto anche per chi non è su tutte le pagine dei giornali e che rischiano, nella generale indifferenza, di continuare a morire per chissà quanti anni ancora.