Se Springsteen si dimentica della Romagna!

SaturnoNotizie 21/05/2023


di Paolo Tagliaferri - Tra i vari resoconti, generalmente entusiasti ed inutilmente ripetitivi, sul concerto che Bruce Springsteen ha tenuto lo scorso giovedì a Ferrara, vale certamente la pena soffermarsi sull'articolo di Carlo Massarini apparso il 20 maggio su “La Stampa”. Non un giornalista qualunque, ma un fine e profondo conoscitore del mondo musicale, il Mister Fantasy che nei lontani anni '80 ci deliziava con la sua pionieristica trasmissione dedicata al neonato fenomeno dei video musicali. Massarini che si trova a disagio ed incredulo nel dover constatare che lo Springsteen che poche ore fa ha debuttato al Parco cittadino di Ferrara, per la sua prima data italiana del lungo tour mondiale, non può che essere un sosia, perché altrimenti non vi sono spiegazioni, scusanti, giustificazioni e ci resterebbe solo la delusione, lo sconcerto e l'amarezza per una nuova insopportabile perdita. "Ditemi che era solo un (brutto) sogno, e che c’è rimasto male pure lui di quell’altro che per un paio di giorni ha preso il suo posto", rimarca Massarini nel suo articolo.

Non può essere che si è esibito a pochi chilometri da una Romagna sommersa dalla furia delle acque, dove si lotta tutt'ora per salvare una terra flagellata e ferita, dove si piangono i morti, dove si spera che il peggio sia passato, senza che nelle tre ore di concerto abbia rivolto un pensiero, una menzione di conforto, che non abbia dedicato una sola parola ad un popolo ferito. È impossibile. Ma purtroppo così è stato e non ci resta che ritornare con i piedi per terra, abbandonando l'illusione che esistano ancora cantastorie che si prendano cura di noi. Ormai ovunque è solo business, e magari lo è sempre stato, insensibile fenomeno di massa, alla stessa stregua e non diverso dai grandi eventi sportivi ove il predominio incontrastato dagli interessi economici e più che evidente (ricordiamo i mondiali del Qatar). Dei nostri sogni non ci rimane nulla, solo cenere e rimpianti. Per chi si accontenta può certo bastare. Ma per chi credeva che la musica fosse qualcosa di diverso, forse è il tempo per alzare bandiera bianca. Chi continua a decantare la purezza di qualche spirito indomito, presunti cantori e paladini degli ultimi, dei più bisognosi e dei poveri, farebbe bene a guardarsi intorno. Alcuni, pur con il prezioso biglietto in tasca, non se l'è sentita di raggiungere Ferrara ed è restato a casa. Altri, appassionati fans di Springsteen e che non hanno resistito al richiamo dell'evento, si sono probabilmente trovati a disagio a gioire e a ballare a poca distanza dai luoghi della tragedia.

Difficile dire se il concerto doveva essere annullato come in tanti hanno sostenuto. Impossibile, in simili situazioni, trovare un equilibrio che trovi tutti d'accordo. I biglietti con prezzi quasi proibitivi, che anche in America hanno alimentato feroci polemiche, la scelta talvolta azzardata ed impropria su dove tenere i concerti (ricordiamo la disputa che proprio a Ferrara ha visto per mesi fronteggiarsi duramente giunta ed organizzatori incalzati da associazioni ambientaliste) non hanno fatto certamente bene all'immagine della rock star americana. Ma tutto a breve verrà irrimediabilmente dimenticato con buona pace di fans ed organizzatori. Nulla di così scandaloso è in fondo successo (o forse si), ma abbandoniamo almeno l'illusione, una volta per tutti, che il nostro caro Springsteen possa comportarsi in maniera diversa di fronte agli impegni contrattuali e ai compensi milionari che il suo show gli assicura. Un grandissimo artista, ma non certo un paladino dei diseredati, come qualcuno ancora superficialmente sostiene. E che lo spettacolo continui!

Viva la Romagna, terra di donne e uomini indomiti, coraggiosi ed irriducibili!